Yachar, la luce di una candela
Bendix
Questo e' il tempo della rete, e la rete e' come dio.
Sopra ci puoi trovare tutto e il contrario di tutto. Una risposta a qualsiasi dilemma, una supposta per qualsiasi stitichezza.
Per esistere hai bisogno della rete, per esserci devi farti trovare in rete, per non restare nell'oblio devi intasare la rete.
Il problema e' che la rete non distingue, non capisce le differenze, prende qualsiasi cosa, vera o falsa che sia, e se la ingoia senza problemi di bellezza o bruttezza, bene o male, etica o morale.
D'altra parte e' una rete ed essendo rete si comporta come tale, quindi raccoglie tutto, ma proprio tutto quello che in qualche modo gli passa attraverso.
Il suo scopo pare sia quello, raccogliere e conservare, e comunque niente di quello che pesca gli resiste piu' di qualche minuto. Ogni intervento, ogni briciola, ogni bizzarria o geniale idea viene subito stipata, taggata e messa via, e non c'e' stella che riesca a brillare per piu' di un battito di ciglia.
In rete ci sono le community.
Quelle dei pittori, quelle degli architetti, dei ciclisti, dei portinai, delle casalinghe, dei guardoni, dei pasticceri e, certamente non ultime per guadagni procurati e importanza, anche dei musicisti.
Questi ultimi da anni stanno praticamente regalando innumerevoli contenuti a chiunque li ospiti senza mai ottenere una benche' minima controparte. Spesso anzi gli si chiedono pure soldi, cosi' oltre al fatto di regalare le proprie opere, che sono fatte di tempo lavoro e vita, si e' costretti anche a pagare per farlo. Pagare per regalare.
La situazione e' decisamente insopportabile.
Cosi' quando anche le esperienze con i massimi distributori web di musica finiscono miseramente in un tripudio di doveri e cavilli senza nessun concreto riscontro, non resta che togliersi gentilmente dalle palle e lasciare il campo alle minchiate, che di quelle ce n'e' fino a scoppiare.

Come non capire allora uno come Yachar che ha deciso di eclissarsi dai super mega store e cercare spazi totalmente liberi, almeno non essere costretto a pagare anche per regalare, e dove non ci sia evidente sfruttamento del lavoro altrui per fare cassa.
Lo capisco eccome, e seguendo il suo tortuoso peregrinare ecco che lo ritrovo su una piattaforma decisamente alternativa e minimalista.

Le sue opere adesso se ne stanno li, su Shlomfish Yachar, liberamente accessibili sia per ascolto immediato che per il down-load.

Per gli appassionati della musica neo-classica ecco uno dei suoi ultimi brani caricati che per la verita' data 2012.
Dall'album SUE OS, Dame Dios una vela.
Dame Dios una vela
Yachar:

Le opere sono distribuite sotto licenza Creative Commons.

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max


  Commenti:
Da: Freddykruger
151.18.171.41 --- http://ludmillo.altervista.org/Bendix/phone.php?an=2014&me=Agosto&tp=Yachar-la-luce-di-una-candela06-02-2015 0:35
Esserci o non esserci questo e' il dilemma
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